Secreti e giurati dal 1614 al 1818
In principio fu il “secreto”, poi accanto a lui sedettero i “giurati”. Secondo il prof. Giuseppe Raniolo (cfr. “La nuova Terra di Vittoria dagli albori al Settecento, Edizioni del Comune di Vittoria 1990), il secreto (o segreto) veniva nominato dalla Corte del Patrimonio della Contea (una sorta di giunta provinciale che amministrava la Contea in nome dei Conti) per l’amministrazione dei beni e dei redditi (in gabelle e censi) del Conte; poteva disporre delle entrate in denaro per l’esecuzione di opera di riparazione di mulini, case, magazzini, previo apposito bando di gara. Aveva piena giurisdizione nei confronti dei gabelloti (appaltatori delle gabelle, cioè tasse su vari generi) e dei vassalli debitori di tributi o di censi nei confronti del Conte proprietario.
Nelle sue decisioni veniva assistito da un maestro notaio. Il primo secreto di cui si ha notizia fu il comisano Paolo Custureri, un ricco possidente che ricoprì l’incarico più volte dal 1614 fino probabilmente al 1619, anno della sua morte (fu il primo ad essere sepolto nella chiesa della Grazia, costruita forse per suo impulso)
Altri secreti furono: Antonio Indovina, notaio nel 1620-1621; Antonio Galofaro, possidente e genero di Paolo Custureri (per averne sposata la figlia Vincenza nel 1613) nel 1621-1622; Arcangelo Carfì, enfiteuta, nel 1629. A fianco del secreto, dal 1630 in poi, nella documentazione compaiono i “giurati”, in numero di quattro. Una figura risalente all’epoca di Federico II (1194-1250), come aiutanti del baiulo, poi potenziata a veri e propri amministratori delle città dai sovrani aragonesi.
Nelle città della Contea dovevano essere quattro, uno dei quali laureato in legge (in generale era il notaio) ed amministravano assieme al secreto. Pertanto abbiamo: il notaio Francesco Brancato (secreto), Vincenzo Recca (arbitro), Michelangelo Di Fede e Giuseppe Garraffa giurati nel 1630 Vincenzo Cannizzo; Francesco Sabini(?); Innocenzo (o Assenzio) Giarratana; Aloy Ignaccolo, enfiteuta: giurati nel 1633 Giombattista Indovina (secreto); Aloi Ignacculo, enfiteuta; Francesco Meli, enfiteuta; Mario Cannizzo, enfiteuta: giurati nel 1638, anno in cui si comincia a parlare di “Università” di Vittoria con lo stesso valore dell’odierno “Comune” o “Municipio”. Antonio Custureri, figlio di Paolo, ricchissimo possidente, nel 1640 (assassinato nel 1645); Vincenzo Grignone, enfiteuta, secreto dopo il 1641 Pietro Puy, funzionario comitale, secreto nel 1643 Francesco Brancato, notaio, di nuovo secreto nel 1646 Filippo di Marco, secreto nel 1647 Mario Cannizzo, enfiteuta; Giuseppe Marangio, enfiteuta; Filippo Calanna (o Calanda o Calandra), possidente; Francesco Meli Grillo, enfiteuta: giurati nel 1648 Giombattista Indovina, notaio, giurato nel 1651 Isidoro Occhipinti, notaio, secreto nel 1652 Antonino Di Grandi (in anno imprecisato) Vito lo Jacono nel 1658-1659 e altre volte (assassinato nel 1666); Gabriele Crespo y Alarcón secreto nel 1666 (maggiorenti: Filippo di Marco, Diego Longobardo, Filippo Custureri, Vito Terlato, Pietro di Marco, Francesco di Marco, Francesco Gafà, Francesco Marangio, Gio. Pietro Diavola) Francesco di Marco secreto; Pietro Pinedo, medico; Giuseppe Mandarà, notaio; Isidoro Occhipinti, notaio; Biagio Cannizzo, notaio (notaio della Corte Damiano Scagliola): giurati nel 1666-1667 Francesco Marangio, possidente, secreto nel 1671-1673 Filippo di Marco secreto nel 1676-1679 Giovanni Marangio; Giacomo Ottaviano, notaio: giurati nel 1676 Filippo Custureri, possidente, dal 1679 e più volte Marcello Catania, possidente, secreto nel 1688-1689 Giacomo Ottaviano, notaio, secreto nel 1690-1691 Antonino Custureri figlio di Filippo (fu destituito in occasione della presa di possesso del nuovo Conte Juan Thomas nel 1691, ma prorogato fino a nuovo ordine Marcello Catania, di nuovo secreto nel 1691-1692; dr. don Antonino Laurifici (Lorefice); Blasio Cannizzo, notaio; Antonio Terlato, aromatario (o speziale, una sorta di farmacista); Gio. Batta Guastella giurati nel 1691 Isidoro Occhipinti, notaio, secreto nel 1704-1706 Gioacchino Taranto, possidente, giurato nel 1706 Pietro Saverio di Marco, possidente, Biagio Toro, possidente, Francesco Ottaviano, notaio e Francesco Terlato giurati nel 1714 (dopo il passaggio della Sicilia dalla Spagna ai Savoja) Francesco Maria La China, sindaco; dr. Guglielmo Paternò, Carmelo Fatuzzo, Arcangelo Mazza e dr. Mario Occhipinti, giurati nel 1747-1748 Il termine “sindaco”, affiancato dal “Consiglio Civico” fu pertanto introdotto all’epoca di Carlo III di Borbone (1734-1759).
La documentazione del Settecento fino ad oggi esaminata non ci consente di individuare per ora gli amministratori anno per anno. Però, un quadro generale della situazione si può derivare dalla composizione del Consiglio Civico nel 1763. Riprova la carica di sindaco Antonio Terlato, giurati erano il barone Porcelli Giudice, il barone Riccardo Toro. Il Consiglio era inoltre composto da: ecclesiastici (don Giovanni Cicerone Vice Rettore, don Gio. Batta Benvissuto Vicario Foraneo, fra Bonaventura Vicario de Monasteri, fra Gaetano Busacca Correttore de' Minimi di San Francesco di Paola); ufficiali e funzionari vari (Giuseppe M. Guastelli Cap.no di Giustizia; barone Giuseppe Biazzo proconservatore, Mario Occhipinti); da “Primarii” (cioè nobili e le persone più importanti per ricchezza): barone Carlo Nicolò Leni, Baldassare Toro, Giuseppe Carfì, Antonio Cannizzo, Giuseppe Lucchese, Giachino Taranto, Antonino Custoreri, Francesco Occhipinti, dr. don Gio. Batta Mazza, Mario Ingallina; da “Civili” (cioè benestanti in genere): Stefano Battaglia, Dionisio Zapparrata, Antonio Vella, Francesco Ottaviano, Filippo Terranova, Giovanni Mangione; da “Maestri e burgesi” (artigiani e commercianti), cioè: m.ro Mario Cultraro, m.ro Giovanni Orecchia, m.ro Vincenzo Civello, m.ro Nicolò Scalone, m.ro Vincenzo Taglierini, m.ro Antonino Salerno, m.ro Rosario Cicerone, Giacomo Barrano, Onofrio Monello, Onofrio Cascia, m.ro Gaetano Mangione, Vincenzo Sarancone. La China, Francesco junior, sindaco nel 1766 Mazza, Giuseppe, sindaco nel 1776 Ai primi dell’Ottocento: Isidoro Bellassai, notaio; Giovanni Antonio Paternò; Rosario Leni giurati nel 1806-1807 Salvatore Spataro, notaio, Michele Benvissuto, Giuseppe Antonio Terlato, barone; Mario Maggiore, giurati nel 1807-1808 Giombattista Alessandria, Giuseppe Japichino, Salvatore Cilio, Eduardo Terlato giurati nel 1808-1809 Vincenzo Guastella; Felice Costa, barone; Salvatore Marchese; Salvatore Occhipinti giurati nel 1809-1810 Il Consiglio Civico nel 1813 era formato da Giacomo Platania maestro notaro, Mario Di Pasquale, dr. Santo Giudice, Rosario Giudice, mastro Gaetano Japichino, dr. Salvadore Licita, mastro Giovanni Barrano, mastro Salvadore Falconieri, mastro Salvatore di Stefano, Rosario Leni, Giovanni Antonio Cara, Salvadore Terranova, Gio. Batta In gallina, Emmanuele Sarrì, Carlo Leni, Errico Ricca, Giachino Jacono Alfonso Ricca, Gio. Batta Terranova, sac. Raffaele Calì, barone Salvatore Ciani, sac. Antonio Giudice, Antonio Jacono, Francesco Leni, sac. Gio. Batta Leni, sac. Biaggio Occhipinti, Giuseppe Antonio Terlato, Gaetano Alessandrello, Salvadore Di Pasquale, Salvadore Occhipinti, Giachino Paternò, Costantino Sinatra, Gio. Batta Terlato, sac. Settimo Terlato, Francesco Porcelli, Emmanuele Scorfani, Eduardo Terlato (Salvatore Benvissuto era il notaio municipale, figura equivalente all’odierno segretario generale). Sindaci dal 1818 al 1887 Dopo il periodo costituzionale (1812-1816), la Sicilia perse la sua indipendenza e il Regno fu annesso a Napoli, con la creazione del Regno delle Due Sicilie. Dal 1° marzo 1818 furono pertanto estese alla Sicilia le norme amministrative vigenti nel Napoletano, introdotte dai Francesi. Furono così create sette province, divise in distretti (governati da sottintendenti) e Vittoria appartenne al distretto di Modica.
Ai Consigli Civici si sostituirono i Decurionati, composti da tre cittadini per ogni mille abitanti, scelti dal governo centrale entro una lista di eleggibili per censo o titolo di studio. Il Comune era retto da un sindaco e da due collaboratori, chiamati primo eletto (un dottore in legge) e secondo eletto (con funzioni di vice-sindaco. Si cominciò anche a creare la struttura degli uffici, con un cancelliere archivario (per l’emanazione degli inviti ai decurioni e la tenuta degli atti adottati) e il cassiere. Pertanto ecco i sindaci del periodo borbonico, quale è possibile ricostruire da precedenti opere storiche (in particolare da “Vittoria. Storia di una città”, di Gianni Ferraro, 1988) rivedute e corrette in base ad altra documetnazione:
Leni Spadafor; Filippo Neri 1818-181; Porcelli Francesco 1819-1821; Scrofani Giovanni 1821-1822; Porcelli Francesco 1823-1825; Camilleri Gregorio 1826-1827; Sarri farm. Emanuele 1828-1832; Scrofani Franco 1833-1841; Leni Spadafora Gaetano 1842-1846; Mazza Gaetano 1846-1848.
Riteniamo inoltre opportuno riferire della composizione del Comitato rivoluzionario che assunse i poteri nel febbraio 1848: Giovanni Leni, Presidente; Salvatore Contarella, Vice Presidente e Segretario; cav. Federico Ricca; Ferdinando Ricca; Giuseppe Jacono; Ferdinando Jacono; dott. Gioacchino Cancellieri; Francesco Astuto; Franco Scrofani; Salvatore Mazzara; Salvatore Jacono Roccadario; Rosario Cultrone Tale Comitato (che per i nomi di “rivoluzionario” aveva ben poco) svolse all’inizio le funzioni del Decurionato, poi fu eletto un Consiglio Civico presieduto dal barone Gioacchino Ricca, mentre presidente del Municipio (cioè sindaco) era Antonino Lio.
Nell’aprile 1849, sconfitta la “rivoluzione”, il barone Ricca spontaneamente restituì il potere a don Gaetano Mazza, il sindaco borbonico destituito l’anno prima. Per cui, nel decennio 1850-1860 furono sindaci: Gaetano Mazza 1849-1850 Franco Scrofani 1850-1853 Giovanni Leni Spadafora 1853-1856 Dopo lo sbarco di Garibaldi e le sue vittorie, il 30 giugno 1860 fu eletto di nuovo un Consiglio Civico, così composto: Antonio Alessandrello, Emanuele Alessandrello, fra’ Angelino Amodei osservante, Francesco Astuto, Paolo Calì Bellassai, Paolo Calì Vicino, Giacomo Carfì, fra’ Francesco Ciancio parlotto, Gaetano Contarella, Leonardo Contarella, Lucio Contarella, Emanuele Giordano, Gioacchino Giordano, Giombattista Giudice Jacono, sac. Federico La China, Antonino Lio (eletto presidente del Consiglio ma, troppo vecchio, non fu mai presente), Giuseppe Lio, Salvatore Maggiore, not. Filippo Neri Maltese, Giombattista Mazza Porcelli, Clemente Mazzone, Giuseppe Nicolosi, Giuseppe Antonio Panaria, Giovanni Antonio Paternò, barone Salvatore Paternò, dr. Francesco Porcelli, Giombattista Ricca, marchese Salvatore Ricca, Giuseppe Sarri, Giuseppe Sinatra, baronello Salvatore Terlato (vice-presidente che, per l’assenza di Lio, svolse le funzioni di presidente del consiglio), Salvatore Terranova, Paolo Vicino Piazzo. Costituitosi il Regno d’Italia, furono sindaci (sempre di nomina regia) Francesco Salesio Scrofani 1861-1868 Giombattista Jacono Jacono 1868-1874 (dopo la sua destituzione per il coinvolgimento dei suoi fratelli nel delitto Pancari svolsero la funzione di sindaco vari assessori anziani (fra cui il dr. Felice Maltese) Giovanni Leni Spadafora 1876-1878 Rosario Cancellieri 1879-1882 Gioacchino Jacono 1883-1884 Giombattista Carfì-Pavia 1886-1887 Sindaci e commissari prefettizi dal 1889 al 1945 Modificata la legge, dal 1889 i sindaci furono invece eletti dal Consiglio Comunale. Il primo di essi fu di nuovo il vecchio Giombattista Jacono Jacono 1889-1890 Giovanni Porcelli Mazza 1890-1892 Francesco Leni Spadafora 1892-1895 Salvatore Carfì Jacono 1895-1903 Giuseppe Giudice Porcelli 1903-1907 Salvatore Carfì Jacono 1907-1911 Cesare Giordano 1911-1912 Gíoacchino Giudice 1912-1914 Emanuele Lucchesi 1914-1920 Ferdinando Jacono (prosíndaco) maggio-novembre 1920 Salvatore Molé (prosindaco) novembre 1920-marzo 1921 Marcello Spagna (regio commiss.) 1921-1923 Salvatore Gucciardello 19231924 Salvatore Ricca 1924 -1925 Luigi Daga (commiss. prefettizio) 1925 Salvatore Scrofani 19251927 Dopo le “leggi fascistissime”, gli stessi consigli comunali furono soppressi e fu introdotta la figura del podestà (spesso, per le beghe interne al Pnf sostituiti da commissari prefettizi).
Il primo podestà fu Gioacchino Calì 1927-1928 Enrico Nicolao (comm. prefett.) 1928 Antonio Brunelli (comm. pref. ) 1929 Giovanni Cricchio (comm. pref.) 1929-1930 Michele Maltese 1930-1933 Lucio Giudice Bennardo (comm. pref.) 1933-1934 Giuseppe Lucchesi (comm. pref.) 1934 Lucio Giudice Bennardo 1934 Giuseppe Lucchesi (comm. pref.) 1934-1935 Sebastiano Secolo 1935-1936 Giovanni Santapà (prima comm. pref. poi podestà) 1936-1942 Raffaele Di Giacomo (vice podestà poi podestà e poi sindaco) 1942-1943 Salvatore Molé (come comm. pref. e sindaco) 10 settembre-7 dicembre 1943 Giovanni Corica (comm. Prefettizio) 8 dicembre 1943-8 febbraio 1944 Giovanni Fotí sindaco 9 febbraio 1944-21 novembre 1944 Stefano Russo (comm. pref.) 25 novembre-14 gennaio 1945 Vittorio La Rocca (comm. pref.) 15-26 gennaio 1945 Giombattista Omobono sindaco 27 gennaio 1945-10 agosto 1946 Salvatore Vaccaio (comm. Pref.) agosto-novembre 1946 Le prime elezioni si svolsero il 17 novembre 1946, in conseguenza delle quali il 7 dicembre 1946 fu eletto di nuovo sindaco (vedi apposita voce intitolata (I Sindaci di Vittoria dal dopoguerra ad oggi).